sabato 29 marzo 2008

TAIPEI (Taiwan)

Taipei è magica, qui la gentilezza ed il rispetto per la persona sono portati all'estremo. E' la capitale mondiale dello shopping piena di vetrine, di centri commerciali e grattacieli. Non che ne vada pazzo ma al di là di tutto ciò, ho visto cose che voi umani...
Lo scalo a Taipei (Taiwan) di 11 ore doveva essere la parte del volo più noiosa e dura invece è stata una grande rivelazione e nonostante la stanchezza per le precedenti 22 ore d'aereo, anziché affittare una camera abbiamo scelto la vita, abbiamo scelto di fare un giro per la città ed è scivolato in un attimo.
Allo scalo a Bankhok ho conosciuto Nicola, un senese il quale mi ha parlato della sua Taipei: “...sono uno dei pochissimi occidentali che vi abitano. Sono fidanzato da 4 anni con una ragazza, sono ingegnere informatico e stò facendo uno stage di 3 mesi ad AsusTech. Vivo benissimo, qui la
vita costa poco, tutto costa poco. In discoteca con 6 euro bevi fino alla morte, io e la mia ragazza
entriamo senza pagare e siamo gli unici poiché essendo italiano attiro le ragazze dentro il locale.
Non sono un discotecaro, anzi in Italia non mi piace proprio la discoteca ma qui io e la mia ragazza
ci divertiamo tantissimo! Degli amici venuti a trovarmi dall'Italia una sera si sono ritrovati in due
con quattro ragazze! Stavano salendo in camera con due tipe rimorchiate la sera stessa però poi
hanno dovuto scegliere poichè davanti alla loro camera c'erano altre due ad aspettarli alle quali
avevano lasciato indirizzo e camera d'albergo qualche ora prima...al di là delle frivolezze, vivendo
qui da un po' di tempo ho capito con rammarico che la gente è condizionata dalla pubblicità a livelli inimmaginabili, ogni cosa che si pubblicizza la si compra. Le donne vestono tutte firme. La firma italiana è la più ambita, tutti la vogliono e tutti la comprano. Se non ce l'hai sei out. Non hai la possibilità di una vita sociale se non vesti firmato a meno che non sei italiano e quindi sei una firma vivente e puoi andare in giro vestito come ti pare e piace che tanto ti saltano addosso lo stesso. Agli inizi partivo dall'Italia con 10 mila euro di borse di Gucci e le rivendevo ad almeno il 30% in più di quello che le avevo pagate. Ora non lo faccio più. Una cena al ristorante ti può costare 7 euro, una notte in un hotel a 4 stelle con la fontana dentro la camera ed ogni comfort 70 euro, l'affitto mensile di un appartamento 80, ma la gente è pronta a pagare 500 euro per una borsa firmata...“. Gli credo.
Dopo due ore di attesa e quattro d'aereo da Bankhok atterriamo a Taipei. Con il senese neotaiwanese e Mattia, un ragazzo di Fano che come me volava a Sydney per continuare verso Brisbane, con 12 euro prendiamo la TAV taiwanese ed in 15min arriviamo nel centro della città evitando una noiosissima ora e mezzo di bus. Salutiamo il senese che ci consiglia di visitare il One-O-One e di mangiare il scraziubisciusòbelcazzo. Nella metro chiediamo informazioni ad una signorina la quale capisce poco l'inglese ma da lontano una seconda signorina interviene in nostro aiuto. La prima signorina alla quale ci siamo rivolti viene sorpassata dalla seconda che si chiama Crisane, vive a Sydney vicino a dove lavora e si trovava lì in vacanza. Saliamo con lei in metro e ci
dà tutte le indicazioni per raggiungere il One-O-One, uno dei grattacieli più alti al mondo che vanta l'ascensore più veloce al mondo. Sulla metro, Crissy ci presenta la solare Vendy, sua sorella. Anch'essa viva a Sydney ma nell'outback, a 6 ore di macchina dalla città in un posto sperduto. Ci dicono di essere di strada e ci possono accompagnare per un pò...scendiamo dalla metro e ci dirigiamo verso il centro. Passa poco che mi viene fame e chiedo alle due gentilissime sisters che cosa potremmo mangiare e dove.


Ci portano poco distante di fronte ad un locale dicendoci: “ci sono due opzioni, la prima è questa tipica per turisti. La seconda si trova poco più avanti è un locale tradizionale di Taipei dove tutti ci vanno a mangiare ma è meno curata... In un soffio arriviamo davanti alla scalcinatissima seconda opzione. Prima di entrare Crissy mi suggerisce l'assaggio della salsiccia all'alcol taiwanese. Ha una bella cera e ne prendo una e prima di capire quanto costa è già stata pagata! Non è male ma la nostra salsiccia con la piadina è meglio. Al primo morso scopro che dentro è cruda. Penso alle malattie. Poi mi dico che quello che non strozza ingrassa e la finisco. Entriamo nel tipicissimo locale e ordiniamo uno spaghetto, un riso, un raviolo tutto rigorosamente china style! E' un sapore forte e sinceramente il frastuono del viaggio non mi fa ben capire il sapore però si fa sentire l'acidità di stomaco un'ora dopo! Prima che tutto fosse servito Crissy estrae di nuovo il portafoglio dalla borsa ma questa volta la stoppo “No! Stop! What are you doing!” ...anche il secondo giro è per Crissy. Mangio e le due ragazze scoprono la mia italianità certificata: non sò usare le bacchette pur avendo cenato giapponese qualche settimana prima! Uscendo ci chiedono se vogliamo qualcosa da bere ed in effetti una bottiglietta d'acqua potrebbe servire. Ce ne comprano due, una per me ed una per Mattia facendoci notare che la marca è proprio quella prodotta dai loro genitori. Continua la passeggiata verso il grattacielo ridendo e scherzando. Io e l'altro in coma teniamo duro, riusciamo a parlare e a capire ma siamo completamente rincoglioniti. Entriamo nel
palazzo simbolo di Taiwan e prima di salire in ascensore facciamo un giro in bagno.



All'uscita le ragazze erano già con i biglietti per tutti nelle mani. Io puzzo come un capretto con ancora addosso la maglietta che ho dall'inizio del viaggio. La tuta invece non ho ben capito se è un pigiama. Potrei sembrare appena uscito dall'officina senza essermi lavato le mani per l'inchiostro nero della penna
stilo impazzita in aereo. Questo pensiero mi viene all'interno dell'ascensore, tutti calcati, mentre
“l'ascensorista” fiero, ci illustra velocemente in giapponese stretto quale meraviglia tecnologica sia quel contenitore d'acciaio che stà facendo salire me ed altre 20 persone alla velocità di 100 metri al secondo e che ci porta in cima in pochi secondi. Si aprono le porte e siamo in vetta. Esco e sono sicuro di aver capito tutto quello che il ragazzo ha detto in giapponese. E' un momento eccellente. Trascorriamo qualche ora tutti e quattro dentro il grattacielo ammirando Taipei da quasi 300 metri d'altezza. E' un pomeriggio bellissimo, Vendy è grandiosa e sforna una battuta ogni 30 secondi. Crissy invece lo è un po' meno, è indaffarata al telefono, probabilmente per il suo imminente matrimonio. Non ho avuto modo di capire le cineserie al telefono ma mi piaceva ascoltarlo. Il cinese pronunciato dalle donne è bellissimo. E' una melodia che fa cì-ccì-ciù-HAAA ni-nni-ngHA ed è strano apprezzarlo solo ora.

L'approccio ai passanti per chiedere informazioni in cinese è delicato. Noi occidentali usiamo di solito le cinque fottutissime lettere che compongono “scusa...” o “sorry...” e a seguire la domanda mentre loro cantano una filastrocca. Usciamo e prendiamo un taxi. Le ragazze con sicurezza parlano con il tassista poi si rivolgono a noi dicendoci “non sappiamo bene dove siamo e dove stiamo andando!”. Nessun problema! Arriviamo a destinazione, questa volta è facile. Io sono davanti con l'autista e con la mano in tasca ma non ho ben capito la cifra. Fatto! Ma questa volta insisto con Crissy e Vendy a ritirare quei 200 dollari taiwanesi altrimenti mi arrabbio. Insisto ma la mia caparbietà non ha effetto. Vendy sdrammatizza: “Non ti preoccupare!
Noi siamo in vacanza e questi soldi sono dei nostri genitori!”. Che dire se non... “a Sydney sarete
assolutamente mie ospiti quando ritornerete! Uhm!?”. Finiamo in bellezza scattando un po' di foto in un'antica piazza con tempi antichi, gli stessi che vedevo nei cartoni animati giapponesi ai templi in cui litigavo con mio fratello per il possesso del telecomando! Arriva presto l'ora di scappare per prendere l'aereo. Ci portano con la metro fino alla stazione del treno. Ci salutiamo. Riprendiamo il treno, arriviamo in aeroporto, due ore di attesa sfiniti, esauriti, stremati. Finalmente saliamo sull'ultimo aereo. Mi siedo. L'hostes più graziosa questa volta è nella mia fila. Si siede nel sedile dietro una signora cinese di mezza età. L'hostes appena la vede le dice: “Ciao mamma! Siedi lì”. Forse è giunta l'ora di dormire. Occhiali da sole. Poi arrivano le 10.30 a.m. ora locale di Sydney del 27 Marzo, vedo le onde, l'aereo atterra. E' finita. Anzi. Incomincia!”


IIIIIIIIIIIIIIIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
HHHHHHHHHHH

lunedì 17 marzo 2008

Big Friday

Ho parlato con Gianno del Madrugada e mi ha detto "tutto liscio..." alchè parte l'invito agli innumerevoli frequentatori del blog e a tutti gli amici! :D

Venerdì 21 Marzo cena (ore 21) + festa a Cattolica al Madrugada per la mia partenza...e speriamo che dopo questa serata riesca a riprendermi e partire il 25 da Roma!

La cena: (20 euro)
- bis di primi e secondi a base di carne
- bere acqua e vino
- caffè e ammazza caffeè esclusi


La serata:
- Lucky Dj
- Abe in forma che festeggia l'avvocatura
- Io con i pantaloncini che rotolo al suolo

Speriamo di essere oltre i 3000 così viene meglio...e spero di rivedere tutti prima di partire quindi spamma la voce che Tiro parte..!

-Tiro-

giovedì 6 marzo 2008

si riaprono le danze!

Ebbene sì! Si riapre la partita sospesa un mesetto fa ed ora punto alla data più vicina per partire. Il motivo è semplice.